Le cavie? I cittadini.
In Friuli Venezia Giulia è partita la privatizzazione parziale di due ospedali, ma Fedriga tace (e acconsente).
Quello che sta progettando l’ASFO è un vero e proprio danno nei confronti dei cittadini, tutto nel silenzio più totale del presidente di regione e dell’assessore alla sanità.
Meno male che a sollevare il tema ci hanno pensato le opposizioni (PD e AVS) in consiglio regionale e la CGIL, con buona pace del resto dei sindacati, compresi quelli di settore: sempre pronti e reattivi, come Giulio Andreotti intervistato da Paola Perego.
In soldoni, l’ASFO ha ammesso, dopo una sollecitazione del consigliere PD Conficoni, che sono in corso delle valutazioni tecniche per l’esternalizzazione dei servizi sanitari di due ospedali: Spilimbergo (PN) e Latisana (UD).
Per il primo la valutazione è già in fase avanzata e riguarda la privatizzazione del servizio infermieristico, logistico-ausiliario e di alcuni settori clinici ancora da definire.
Mentre per Latisana, di parla, ancora sul piano ipotetico, di privatizzare il Pronto Soccorso, reparti minori e il servizio infermieristico.
In entrambi i casi, il metodo sarebbe quello del PPP (Partenariato Pubblico-Privato). Traduco dal legalese: la sanità pubblica cede alcuni dei suoi pezzi (quelli meno onerosi e più profittevoli) alla sanità privata “profit”, arricchendo chi acquisirà queste quote ospedaliere, a discapito dei cittadini che, molto probabilmente, dovranno pagare di tasca loro prestazioni che oggi spettano al pubblico.
Senza contare il fatto che, queste privatizzazioni parziali produrranno inevitabilmente una fuga del personale sanitario dal pubblico al privato, indebolendo ulteriormente la malmessa sanità pubblica friulana.
Come se non bastasse, l’ASFO si guarda bene dall’operare alla luce del sole. Infatti, i sindaci dei comuni che ospitano gli ospedali non sono stati coinvolti, i cittadini non sono stati informati e non esiste nemmeno una documentazione ufficiale e trasparente da parte dell’ASFO.
Il responsabile regionale sanità del PD, Nicola Delli Quadri, ha infatti esortato prima Fedriga e poi l’assessore Riccardi ad esprimersi sulla questione, rendendo conto ai cittadini delle porcate che stanno lasciando succedere. Risposta: non pervenuta.
Non serve un acume politico spropositato, per capire le intenzioni di questa giunta regionale. Fedriga è leghista, esattamente come i due diversamente geni Gallera e Fontana che durante il Covid hanno dimostrato l’inefficienza del sistema sanitario lombardo, basato sulle cliniche private e su un crescente indebolimento della sanità pubblica. Non sarebbe uno scandalo pensare che il progetto dell’ASFO abbia il lasciapassare di Fedriga, il quale non vede l’ora di ingrassare i magnati delle cliniche private, in pieno stile amministrativo leghista.
Fatto sta che il Friuli Venezia Giulia rischia di trasformarsi in un gigantesco laboratorio di privatizzazione sanitaria. Il problema è che i topolini cavie di questo esperimento siamo noi cittadini, che oltre a pagare già una sanità pubblica con le nostre tasse, potremmo trovarci a pagarne anche una privata per alcune prestazioni.
Questo è il rischio che abbiamo davanti, a me no che i topolini non si sveglino.